Uber e Google: taxi a rischio?
Parola d'ordine: UBER
Uber è un’applicazione per smartphone che permette agli utenti di prenotare un autista personale per spostarsi all’interno della città.
Cos’è Uber
In precedenza abbiamo già parlato del trasporto urbano sia affrontando l’argomento dei taxi, che la futuristica idea della Google Car. Questa volta però la notizia che sta facendo il giro del mondo e che unisce questi due argomenti si chiama Uber.
Infatti sono in corso scioperi e proteste in diverse città italiane ed europee da parte della categoria dei tassisti, proprio contro l’introduzione di questa nuova applicazione per smartphone che permette agli utenti di prenotare un autista personale per spostarsi all’interno della città.
Uber nasce da un’idea di Travis Kalanick e del suo socio Garrett Camp, i quali nel 2009 hanno lanciato per primi questo servizio basato sugli smartphone, dando inizio ad un cambiamento epocale nel mondo dei trasporti urbani.
Come funziona Uber
L’idea è semplice ed il funzionamento altrettanto, si tratta di un servizio di trasporto privato on-demand. Quando l’utente ha necessità di spostarsi da un punto all’altro della città, verifica le tariffe e le disponibilità attraverso l’applicazione scegliendo l’autista che lo porterà a destinazione. Il cliente risparmia il tempo di attesa per l’arrivo del taxi, il conducente guadagna l’importo stabilito per il trasporto e Uber una percentuale su ogni corsa.
Non tutti possono diventare “autista Uber”, infatti c’è bisogno di un’autorizzazione ed un breve corso, al termine del quale si ottiene l’attrezzatura da montare nel veicolo necessaria per essere rintracciati dai potenziali clienti.
Per quanto riguarda il pagamento avviene tutto attraverso la carta di credito preregistrata dal cliente, eliminando così il passaggio di contanti.
Non è difficile capire il motivo per cui migliaia di tassisti abbiamo deciso di scendere in piazza per manifestare contro l’introduzione di questa applicazione, che è sicuramente comoda ed innovativa, ma che alla stesso tempo favorisce l’abusivismo in questo settore.
Google e Uber insieme per la rivoluzione del trasporto
In tutto questo polverone però emerge una notizia che dovrebbe far riflettere, ossia il fatto che Google ha messo gli occhi su Uber e lo ha fatto in modo molto convincente. Infatti ha deciso di finanziare questa applicazione con circa 257 milioni di dollari, portando Uber ad un valore di mercato di poco inferiore a quello della Fiat, oltre al fatto di averla inserita nella sua applicazione Google Maps, facendola diventare una delle poche applicazione di terze parti integrate direttamente con un prodotto Google. Ma non finisce qui, infatti sono in corso degli accordi, per preistallare su tutti gli smartphone Android questa applicazione direttamente dalla fabbrica.
Quindi qual’è il piano di Google?
E’ da tempo che Google sta lavorando sulla Google Car e Uber rappresenta un tassello importante che servirà a Big G per comporre la sua visione futuristica del trasporto urbano su vetture prive di conducente.
Infatti è proprio questo che Google afferma da tempo e su cui sta investendo milioni di dollari, ossia sulla possibilità di muoversi nelle strade cittadine con vetture autonome in grado di portarci a destinazione grazie a sistemi sofisticati di sensori e collegamenti satellitari, le cosiddette “self-car”.
L’innovazione e la tecnologia negli ultimi anni ci sono letteralmente esplose tra “le mani”, oggi grazie agli smartphone ognuno di noi ha delle potenzialità incredibili ed è proprio grazie all’unione di questi strumenti con le idee geniali di alcune persone, che stanno nascendo delle nuove applicazioni che segneranno un passaggio epocale importante.
Per ora sta avvenendo tutto lentamente, le auto ad esempio stanno introducendo le innovazioni in modo graduale, l’auto che controlla la distanza di sicurezza ed in caso di pericolo frena autonomamente, l’auto che verifica lo spazio del parcheggio e poi effettua la manovra da sola.
Sono tutte tecnologie che ci semplificano la vita ed in alcuni casi…ce la salvano, più passerà il tempo e più queste tecnologie entreranno a far parte della nostra vita, a questo punto tornare indietro è impossibile, si può solo aspettare e sperare di avere il tempo necessario per assistere almeno ad una parte di questa evoluzione e del passaggio da “Homo sapiens” a “Homo technologicus”